martedì 28 febbraio 2017

Il cammino di Anita

Questo racconto è stato scritto dalla mia Amica Chicca Corona, ispirato dal mio cammino.
L'ho trovato bellissimo e lo voglio condividere con voi...

Il cammino di Anita
Nell’animo di Anita alberga un sentimento di indefinita nostalgia.
Nostalgia di un’esistenza libera dagli schemi, dalle convenzioni e dalle leggi del mondo; legata solamente all’immensità, del cielo sopra la testa e della terra sotto i piedi.
Nostalgia di un’esistenza lontana, sfuocata, quasi completamente dimenticata, della quale tuttavia, ogni tanto, Anita sente il richiamo.
Quando il richiamo è più forte perché la nostalgia si fa più intensa, Anita cammina. Perché quando cammina, in qualche modo, ritrova e assapora quell’esistenza perduta. 
Anita è capace di camminare per ore, senza provare stanchezza, anzi. Le gambe vanno avanti da sole, un passo dopo l’altro, leggere, nessun dolore muscolare. I piedi affondano comodi dentro il morbido degli scarponi, pantofole. Quante strade hanno fatto quegli scarponi! Anita spera che non si consumino mai, che durino per sempre: i suoi compagni di tante avventure.
Ritmo regolare, in sincronia con il respiro, un passo dopo l’altro. Ad ogni passo una scoperta, lenta, inaspettata, sorprendente:  un filo d’erba sfiorato, un prato - mi ci tuffo, dice Anita; un sassolino dalla forma particolare, liscio, rosa - lo vedo perché l’ho calpestato e ora che l’ho visto me lo prendo … per ricordo - finirà nel barattolo di vetro dei sassolini; un profumo di salsedine, una spiaggia - mi ci rotolo; il verso di un corvo, il riverbero della luce sulla neve, ogni cristallo un piccolo arcobaleno - lo bevo; un falò, il suono di una chitarra, una storia di vita o semplicemente silenzio, condiviso dentro un sorriso sincero.
Avanti un metro, poi due, poi cinquecento, poi mille e poi di più, sempre più in là.
Il sentiero diventa strada, la campagna si trasforma in città, i palazzi si sollevano, Anita ci cammina in mezzo, e poi di nuovo si abbassano e la strada ridiventa sentiero. Sentiero largo, sentiero stretto, impervia salita, ripida discesa, pianura …
Meta è tutto ciò che Anita raggiunge: i colori di un panorama, le luci di un’architettura, la grandiosità di una vetta, l’immensità sulla riva del mare, i rumori intorno a un grattacielo, i profumi e i sapori di  un borgo, di un bosco.
Ad ogni meta raggiunta Anita si ferma. Respiri profondi per gustarla, occhi che fotografano per non dimenticarla: la abbraccia con lo sguardo, la tocca, la inspira, e poi la sorpassa, già curiosa, verso un’altra.
Anita cammina ed entra in simbiosi con ciò che la circonda e fonde corpo e anima con il Tutto.
Ed eccola, per un momento, quell’esistenza perduta. L’istante di consapevolezza dell’Uno, nel quale la nostalgia si trasforma in gratitudine.

                                          La primavera di Chicca Corona

1 commento:

  1. Mi piace molto questa primavera!! Un po' onirica ed esoterica.... Brava Chicca, Anna

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